La Palestra | Intervista Claudia Fink
Sul numero 98 della rivista di settore LA PALESTRA intervista a Claudia Fink
“Il covid ha inciso anche sulla formazione di settore, in particolare per quanto riguarda il Pilates. Abbiamo chiesto a Claudia Fink di Pilates Italia® quali sono stati gli interventi intrapresi e le prospettive future.”
Leggi l’articolo completo dal quale abbiamo estratto i seguenti punti.
Questa pandemia, con l’annessa chiusura degli studi di Pilates, che problematiche ha portato oltre a quelle economiche?
Il problema principale è stato proprio legato alla chiusura degli studi di Pilates. Siamo rimasti chiusi per tutto il periodo dei lockdown e oltre, non essendo un bene essenziale, l’esercizio fisico ha dovuto aspettare a lungo prima di poter essere considerato per la riapertura. Questo ha comportato enormi disagi come credo sia ovvio supporre. Sicuramente è rimasto avvantaggiato chi si era creato una realtà casalinga, mentre gli studi di Pilates con affitti da pagare e staff da gestire si sono ritrovati in situazioni che non avremmo mai potuto immaginare. (…) Direi che come problematica, oltre a quella economica, c’è stata anche quella emotiva, perché la paura del contagio ha creato ansia in molte persone che per questo motivo non hanno voluto rifrequentare gli studi anche alla fine dei lockdown. Questo ha creato un enorme ritardo sulla ripresa, che è inizialmente avvenuta lentamente online perché non tutti i clienti hanno aderito alle lezioni via schermo.
Quali sono le difficoltà a dover lavorare online cercando di prendersi cura dei corpi dei clienti?
Sicuramente molti insegnanti che avevano il difetto di essere molto tattili e invasivi nel modo di insegnare, con l’avvento del Covid-19 e del distanziamento hanno dovuto modificare il loro metodo di insegnamento. Di sicuro alcuni metodi sono più invasivi di altri, noi cerchiamo di insegnare agli studenti a verbalizzare in modo appropriato, e questo avviene grazie alle conoscenze profonde di anatomia e biomeccanica da applicare agli esercizi. È ovvio che se si imparano a memoria dei protocolli senza capire da dove viene il movimento e quali muscoli sono coinvolti, è difficile spiegare e si fa prima a toccare. Online le difficoltà da attribuire a poca esperienza e conoscenze minime possono mettere a repentaglio il successo di una lezione, se si tratta di lezione privata… e ancora più difficile è gestire una lezione di gruppo su uno schermo.
Quali attenzioni in più bisogna apportare durante le classi online?
Sicuramente più semplice se il cliente ha già svolto lezioni con l’insegnante in presenza. La familiarizzazione con gli esercizi, la metodologia, la verbalizzazione sono avvenuti in precedenza e si continua online. L’attenzione in più è rivolta all’esecuzione quindi è fondamentale avere una buona visuale del cliente, fare in modo che senta bene, che ci sia una buona connessione e in questo caso ogni tanto forse bisognerà fare qualche dimostrazione, cosa che normalmente non facciamo perché un buon insegnante si distingue dalla massa di autodidatti sapendosi esprimere non necessariamente muovere! Il resto come ho detto in precedenza, è legato alla possibilità di modificare usando gli attrezzi adatti.
Con questo stop c’è stata la possibilità per gli studenti di partecipare a più corsi o workshops rispetto a prima del 2020?
È stato davvero difficile per le scuole di formazione serie gestire la situazione in quanto, mentre si rifletteva sul da farsi, altri hanno improvvisato proponendo corsi online. Se già da tempo il nostro settore è assalito da opportunisti che propongono un week-end a poco prezzo per insegnare una versione di altre versioni di Pilates, con l’online è stato ancora peggio. Dal nostro canto abbiamo ricevuto in media una sessantina di mail di richieste di corsi di Matwork online solo durante il primo lockdown. Personalmente trovo inadeguato insegnare un mestiere che ha a che vedere con il corpo umano a dei neofiti, online. Diverso se si tratta di workshop di un paio d’ore. I nostri corsi sono strutturati in modo che non si impari a memoria un repertorio, ma si impara ad osservare il corpo tramite analisi posturali statiche e dinamiche, a descrivere gli esercizi in modo biomeccanico e tecnico ma anche colloquiale, si impara l’utilizzo di attrezzi come banda elastica, arc barrel e cerchio per modificare gli esercizi e renderli o più facili o più difficili, si imparano regressioni e progressioni, si impara ad osservare il corpo mentre si muove con possibili errori e quindi correzioni, ad usare un tono e stile specifico per motivare ed incoraggiare. Diciamo che abbiamo dovuto adeguarci all’online, ovviamente solo per il Matwork, ma speriamo di non doverne fare troppo uso perché significherà che il momento di crisi sarà finito!
Leggi l’articolo completo su LA PALESTRA GENNAIO/FEBBRAIO 2022
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